mercoledì 11 aprile 2007

Pasqua 2007 NewsLetter da Gighessa






GIGHESSA CATHOLIC CHURCH PASQUA
P.O. BOX 29 – SHASHEMANE – ETHIOPIA 2007
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Carissimi,
come molti di voi sanno, in Etiopia siamo nell’anno 1999, il 12 Settembre entreremo nell’anno 2000 e, questa volta insieme agli Ortodossi, agli altri gruppi religiosi ed a tutta la nazione, celebreremo il Giubileo.
Tutti stanno preparando grandi programmi perché questo anno possa portare profondi cambiamenti: più giustizia, più benessere, una pace stabile, fine delle divisioni razziali.
Sono i propositi che si fanno sempre in occasione di nuovi inizi, e qualcosa succederà.
Certi mali sono però talmente radicati che avremmo bisogno di tanti altri Giubilei per avere reali cambiamenti. Sognare, sperare, provare, cominciare è comunque molto importante.
Gesù, annunciando l’oggi del Giubileo nella sinagoga di Nazaret, parla di lieto messaggio per i poveri, di libertà per i prigionieri e gli oppressi, di vista per i ciechi e di un anno di grazia per tutti.
Intanto il nostro cristiano Ato Welde dopo un anno e mezzo è ancora in prigione in attesa di giudizio, per un fatto che ha commesso o forse no. Lui sa bene, e tutti gli altri con lui, che il giudizio finale del giudice non dipenderà dalla sua innocenza o colpevolezza, e neanche dalla gravità del fatto. Dipenderà dalla sua razza, e da chi, tra lui e i suoi accusatori, offrirà più denaro ai giudici.
GIUSTIZIA. È un annuncio di cui l’Etiopia ha molto bisogno. Chi di voi ha visitato questa terra sa cosa significa povertà e schiavitù. Conosce la gioia e il sorriso di queste persone, ma anche l’intima sofferenza che c’è nel cuore di tante donne, bambini, persone che non contano, che hanno pochi diritti, che non possono alzare la voce.
Chi conosce da dentro questo popolo ha visto in molti la rassegnazione, l’idea di sentirsi incapaci e quindi bisognosi di aiuto, schiacciati da problemi troppo grandi.
È questa la povertà che è causa di tante altre povertà e rende difficile cambiare, sperare e lottare per una vita migliore.
A queste persone, a questi bambini, donne, poveri, a questi che si sentono sconfitti, che sono rassegnati ed aspettano, Gesù dice: “Ho un lieto messaggio per voi, sono venuto per liberarvi; oggi questa parola è vera per voi”.
Ma quale speranza può dare questa Parola? È ancora capace questa Parola di liberare e di aprire gli occhi?
Gesù come ci libera e come vuole liberare l’Africa?
Lui non sparge il sangue di altri, ma versa liberamente e per amore il suo sangue, solo così ci libera e ci rende figli.
Cristo ci insegna la strada della liberazione. L’Africa è ancora troppo insanguinata da lotte per il potere, lotte tra razze, cupidigia di ricchezza, corruzione e disinteresse per i più deboli.
Questo male produce martiri: sangue, sudore, sfruttamento, umiliazione, schiavitù. Quante persone stanno portando il peso delle scelte, dei privilegi, del benessere, degli interessi e dell’egoismo di pochi! Eppure questi ‘martiri’ sono la speranza dell’Africa. Questo continente è ricco di persone capaci di soffrire, di amare, di sorridere, di donare la vita.
La giovane mamma Misrà, il mese scorso, in occasione del funerale del padre, ha subito l’ennesimo tentativo di pressione da parte dei fratelli per farla ritornare alla fede islamica. Due anni fa il padre non aveva accettato il suo matrimonio con un cristiano: dopo averla riportata a casa con la forza, blandita con regali e spaventata con sensi di colpa, di fronte alla fermezza di lei aveva dovuto rinunciare. Ora anche i fratelli hanno ricevuto una calma ma decisa risposta: “Ho fatto la mia scelta; non voglio tradire voi o la memoria di mio padre, ma neanche andare contro ciò che penso e che credo.”
Come Cristo questi ‘giusti’ ci insegnano che l’Africa non ha tanto bisogno di armi, di eserciti e di rivoluzioni per migliorare ma di persone che sanno pensare in modo nuovo, che sanno amare e donare la propria vita.
Chi accoglie lo Spirito di Cristo cambia il proprio cuore e diventa misericordioso, capace di distruggere il muro di divisione che c’è ancora tra le razze, tra ricchi e poveri, tra uomo e donna, tra bambino e adulto, tra nazione e nazione.
È solo un sogno? È solo un’illusione per il Giubileo?
Anche la Bibbia è piena di sogni, come anche la nostra vita è piena di sogni!
La Risurrezione di Cristo ci invita a sognare e a credere che, dove qualcosa è fatto con amore, persino la morte può trasformarsi in vita ed una sconfitta può essere germe di vittoria.
E’ forse questo il segreto del sorriso di Tighist, che è stata il primo incontro dei medici arrivati ad Addis per operare i bambini. Vent’anni, una bella ragazza del Nord Etiopia, dopo la formazione scolastica con le suore Orsoline ha avuto brillanti risultati agli esami ed ha avuto dal governo la possibilità di continuare gli studi. Dopo appena un mese di Università, un’improvvisa febbre che l’ha lasciata senza forze e immobilizzata a letto. La diagnosi tremenda: meningite, nulla da fare ormai se non un po’ di riabilitazione per imparare almeno a spostarsi senza essere sostenuta da due persone. Dopo tanto pianto, da dove viene oggi il suo sorriso di speranza?
Il pianto di Pietro ci permette di credere che un traditore e un debole è capace di diventare un martire.
Maria e le altre donne ai piedi della Croce, l’annuncio della Risurrezione affidato a Maria Maddalena, i bambini e gli ultimi a cui è affidato il Regno dei cieli ci mostrano che c’è una grande ricchezza in tutti e che affidare il mondo solo ad alcuni, perché sono più forti e più sani, è una grande perdita per l’umanità. Pilato, Erode, i capi del popolo, cioè chi ha eserciti, potere, istruzione e denaro, non può soffocare per sempre la Verità.
La Croce ci insegna che:
se l’uomo, anche l’ultimo, sarà ascoltato,
se sapremo vedere tutta la sofferenza che noi, per i nostri interessi, per le nostre tradizioni, per pigrizia ed egoismo, stiamo causando negli altri,
se sapremo buttare giù tutti i muri di divisione che per paura o per sete di potere e ricchezza continuiamo a costruire,
se sapremo vedere negli altri nostra madre, nostro padre, i nostri fratelli,
se sapremo essere giusti e onesti,
se la Parola di Dio sarà la lampada che illumina il nostro cammino,
oggi si realizzerà anche per l’Africa e anche per l’Etiopia il Giubileo: ci sarà un lieto messaggio per i poveri, libertà per i prigionieri e gli oppressi, vista per i ciechi e un anno di grazia per tutti... e sarà gioia grande. Noi in Etiopia ci proviamo e sulla parola di Cristo vogliamo sognare. Anche se alla fine i risultati saranno scarsi, continueremo ad annunciare la Parola: “Oggi si è adempiuta questa scrittura”.
Sognate con noi perché anche in Italia Gesù annuncia un anno di grazia per tutti.
Se ci crediamo, è possibile!
BUONA PASQUA!
Abba Gianfranco, Abba Matteo, Abba Eyasu, Abba Vito, Diacono Joseph,
Sr. Assunta, Sr. Abrehet, Sr. W/Gabriel,
Sr. Abebech, Sr. Marta, Sr. Almaz, Sr. Birke, Sr. Meseret

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